Brasile Laterale
di Enrico Veronese
Un rigore sventato in corner. l Captain Quentin di “Instrumental jet set” mitigano l’inflessibilità dei canoni con una loquela da far rimembrare l’Opera Magna dei Monty Python, e si raccontano senza veli in occasione del disco che può consacrarli, non solo in Italia.
Avete faticato a far pubblicare questo disco, finchè non è intervenuta fromSCRATCH? Il demo girava da tempo. “Colpa” del genere o del fatto che in Italia è dura per chi si distanzia dall’andazzo comune?
FILIPPO ANDREACCHIO: Attendere è un’attitudine orietale che poco si concilia con il nostro inutile occidentalismo. Ecco perchè qualche giorno prima di perdere la pazienza è arrivata la buona novella: ci tocca posticipare la rabbia a data da destinarsi o al massimo possiamo venderla su eBay, rigorosamente di seconda mano.
Rispetto al pregevole passato, noto una varietà più ampia di soluzioni: alcuni passaggi richiamano il prog e non siete i soli dall’inizio del’anno… era voluto?
MICHELE ALESSI: Abbiamo sempre avuto il chiodo fisso di evitare di annoiare l’ascoltatore, distraendolo dall’assenza del cantato con cambi di tempo repentini e improbabili. Quando portiamo all’estremo questo discorso in effetti ci capita di avvicinarci al prog per vie secondarie, anche se i suoni sono evidentemente altri.
Avete una certa componente di ritmo, di groove che fa muovere. Non solo gli strumenti deputati ma anche il synth grosso e perfino le chitarre gorgoglianti sono partecipi di questo fenomeno. Covate suggestioni da club?
LIBERO RODOFILI: Non ho mai pensato alla clubbizzazione dei Capitani, ma abbiamo un paio di Shirt Vs T-Shirt che porrebbero pensarci seriamente, ed anche riuscirci egregiamente …
F: L’ambizione quentiniana è conquistare le osterie e i posti fuori mano dove si mangia bene e si beve ottimamente!
M: … approfitto di queste pagine per indire ufficialmente un remix di un nostro pezzo!
Come trovate i titoli ai pezzi? Sono quasi tutti esilaranti.
M: Sono frasi decontestualizzate, micro frasi, giochi linguistici, citazioni più o meno nascoste o semplicemente stronzate. In realtà per me sono una scusa per presentare qualche pezzo durante i nostri live e dire un po’ di fesserie al microfono visto che non possiamo farlo nei testi.
“Ti sei mai chiesto quale funzione hai” butta stranamente verso un Brasile laterale, tropicalista d’occidente. Può essere una delle ulteriori, inopinate evoluzioni?
M: Per noi è divertimento, e a mio avviso ci stanno altri esempi nel disco (Gamma Rana, Doctor Optional). Non dimenticarti che sempre a sud siamo, e forse certe ritmiche ci appartengono più delle distorsioni e dei feedback.
F: Se “Brasile laterale” è un complimento, allora va bene, altrimenti BRASILE LATERALE e TROPICALISTA D’OCCIDENTE a voi e alle vostre famiglie!
Abitate nel profondo sud che di più quasi non si può. Dove peraltro succedono le c.ose, grazie al Partyzan (di Cosenza) e a luoghi come Unpop e Blue Dahlia, a voi più vicini. Ma ogni volta per incastrare le date, guidare ore, prendersi ferie… Quanto è maledetta questa Italia cosl lunga e larga?
F: La domanda embedda la risposta! Ma oltre ad essere “maledetta” è anche un po’ disgraziata: nulla favorisce la cultura, nessuna politica per lubrifìcare gli ingranaggi giusti. L’Italia è fatta male, gli italiani peggio.
M: Tempo fa siamo Stati a Riva del Garda per un live. Se fossimo però partiti da Milano, facendo gli stessi chilometri avremmo poruro raggiungere Berlino, Madrid, Amsterdam, Belgrado, Londra…
L: Nei pressi dell’Africa abbiamo ancora voglia di fare, di metterci del nostro, anche perchè nessun altro sarebbe disposto a metterci del suo dal di fuori. Le situazioni citate sono traducibili nell’impegno costante e nella lungimiranza di persone conosciure in tutta Italia, e forse anche più in là: Fabio Nina & RobertEno, il Patrone Ruggiero e l’infaticabile coppia Daniele/Maria sono riusciti dove nessuno avrebbe scommesso una decina di anni fu. Ci piacciono perché smentiscono quotidianamente alcuni maledetti luoghi comuni.