Captain Quentin
Dal Post Rock alla libertà
Giocando nel senso buono del termine, hanno messo insieme un album libero dai condizionamenti e dal mercato nel senso cattivo del termine. Libero dalla parola. Di determinato ci sono strumenti accarezzati con amore, sonorità ricercate con tensione all’assoluto. Un gruppo classe 2005, nato dalla fusione del Captain Beefheart e di Quentin Compson, personaggio de L’urlo e il furore di Faulkner.
Dopo un ep autoprodotto di due brani, intitolato My Untitled EP, arriva l’esordio vero e proprio. Si chiama, manco a farlo apposta Certe Cose Determinate. Lo registrano in analogico al Red House Recordings Studio di Senigallia (An). Sono 40 minuti puri, di musica spezzata solo dai titoli e dalla suddivisione in brani. Otto brani in cui si mescolano la chitarra baritona di Michele Alessi, quella elettrica di Filippo Andreacchio, i sintetizzatori di Enzo Colarco. Sui quali schiocca la batteria di Massimo Carere e Libero Rodofili lascia vagare sax e basso. Il fatto è che attingendo al post-rock più tormentato sono lo stesso nuovi, dannatamente nuovi. Non entrano nel panorama della musica locale, questi cinque artisti di Taurianova fanno storia a sè. Già in visibilio la stampa specializzata, quando ha conosciuto le sonorità di Rullante per un vicino, Le occasioni sono macchine rotte, La bottiglia viola. Si sono accorte di loro anche radio americane e francesi e da luglio Certe Cose Determinate è distribuito in Spagna dalla Discos Buen Pony. Ad ogni modo, Captain ama il contatto col pubblico, è un animale da palcoscenico. Per questo “funziona” nei live tanto da far restare a bocca aperta il pubblico. Provare per credere. Se li sono gustati in Calabria, dove hanno partecipato, tra l’altro, alla terza edizione di Ritmi Vitali (Palmi) e al festival di Carlopoli, con i Marta sui tubi. Se li sono gustati in Sicilia al Temple Rock Festival di San Leone (Agrigento) e ai Giardini di Noto. E se li sono gustati a Roma con gli Aphorisma e ad Ancona insieme ad Edible woman e Lebowsky. Sono solo alcune date della ciurma, che ha già al suo attivo collaborazioni anche con Joe Lally (Fugazi), Confuse the Cat, A Toys Orchestra. Per il resto, i cinque capitani non hanno una rotta precisa. Non hanno una meta. Seguono le stelle e la loro libera arte. Navigano godendosi il viaggio. E’ così che bisogna ascoltare la loro musica, lasciandosi trasportare su quelle onde, perdendosi nel mare dei significati che suggeriscono.
Francesca Pugliese